Il paradosso dell’industria, le infrastrutture invecchiano e gli attacchi informatici si fanno sempre più sofisticati: l’analisi di Davide Ricci, Regional Sales Director di Nozomi Networks.
Le società moderne si basano su una rete complessa di infrastrutture operative (OT). Dalle centrali elettriche agli impianti di trattamento dell’acqua, passando per i sistemi di trasporto, questi servizi vitali sono sempre più connessi, automatizzati e, purtroppo, vulnerabili. L’inevitabile invecchiamento di queste infrastrutture, spesso mal protette, unito alla crescente abilità di cybercriminali dotati di strumenti sempre più avanzati, crea un cocktail esplosivo con conseguenze potenzialmente devastanti.
Per decenni, i sistemi OT hanno operato in un ambiente isolato, separati dalle reti informatiche tradizionali, con una separazione fisica che offriva una protezione implicita. Oggi, la necessità di incrementare efficienza e redditività stimolano l’interconnessione e la digitalizzazione, esponendo questi sistemi un tempo isolati a una serie di minacce digitali. Il problema è aggravato dalla longevità di queste infrastrutture, molte delle quali si basano su tecnologie obsolete, difficili da aggiornare e prive dei meccanismi di sicurezza moderni. Questo divario tecnologico crea un terreno di gioco ideale per i criminali informatici sempre più esperti.
Crescono le minacce cyber rivolte all’OT
Il contesto geopolitico gioca una parte importante in questo scenario, con le infrastrutture critiche, come le reti idriche ed energetiche, che diventano bersagli privilegiati per attori malintenzionati che cercano di destabilizzare nazioni o esercitare pressioni politiche. Anche lo spazio, un tempo considerato intoccabile, è ora potenzialmente minacciato. La crescente dipendenza dai satelliti per comunicazioni e servizi essenziali espone le industrie ad attacchi potenzialmente paralizzanti. Allo stesso modo, l’uso crescente di droni, sia in ambito civile che militare, apre nuove vie di intrusione per i cybercriminali. Questi dispositivi, spesso insufficientemente protetti, possono essere dirottati per condurre attacchi fisici o digitali contro infrastrutture critiche.
L’aumento della superficie di attacco degli ambienti industriali è un’altra tendenza preoccupante. La proliferazione degli oggetti connessi (IoT) e l’uso crescente delle comunicazioni wireless creano infatti nuovi punti di ingresso per i malintenzionati. Parallelamente, il rafforzamento delle difese degli ambienti IT tradizionali spinge gli attaccanti a dirottare le proprie attenzioni su bersagli più facili, come i sistemi OT.
Anche l’ingresso di vendor tradizionalmente cyber sul mercato della sicurezza OT testimonia la crescente consapevolezza rispetto a queste problematiche. L’attrattiva di un mercato in piena crescita spinge così i giganti della sicurezza informatica a investire in soluzioni specifiche per gli ambienti industriali. Questa convergenza dei mondi IT e OT è un’evoluzione positiva, ma deve essere accompagnata da una comprensione approfondita delle specificità dei sistemi industriali.
Di fronte a queste sfide, l’importanza di una vera intelligence sulle minacce (Threat Intelligence) è fondamentale. Nel 2025, l’automazione della gestione dell’intelligence sulle minacce permetterà di accelerare l’analisi e ridurre i ritardi causati dai processi manuali. Flussi di informazioni più precisi e specifici per gli ambienti IT e OT permetteranno ai team di sicurezza di concentrarsi sulle minacce reali e di agire in modo proattivo.
In realtà, sono diversi i fattori che convergono – l’invecchiamento delle infrastrutture, la sofisticazione dei criminali informatici, le tensioni geopolitiche e l’espansione della superficie di attacco – e che rendono la sicurezza dei sistemi OT una priorità da affrontare oltre che una questione cruciale per le nostre società. Investire in soluzioni di sicurezza moderne, formare il personale in modo adeguato e condividere informazioni tra gli attori del settore sono aspetti essenziali per proteggere queste infrastrutture vitali e garantire la stabilità delle nostre economie.